Un po’ di storia…
Per tutto il secolo la chiesa e il convento annesso crebbero e prosperarono, anche grazie alla benevolenza dei nuovi signori di Mantova, i Gonzaga, che addirittura scelsero San Francesco come mausoleo di famiglia. La cappella di San Ludovico (oggi chiamata Cappella Gonzaga) fu il luogo di sepoltura per alcuni importanti membri della famiglia fino al 1500. Durante questi secoli la chiesa venne impreziosita dal lavoro di alcuni grandi artisti come Palma il Vecchio, Girolamo Bonsignori, il Parmigianino e Andrea Mantegna: un’importante tela uscita dalla bottega mantegnesca e destinata alla cappella funebre di Ludovico Gonzaga – oggi conservata alla Pinacoteca di Brera a Milano – rappresenta San Bernardino da Siena tra due angeli.
Proprio San Bernardino da Siena, presenziò al Capitolo Generale dell’Ordine dei frati Minori qui tenuto nel 1418 e tornò in città nel 1421, invitato dalla marchesa Paola Malatesta, per predicare la Quaresima. San Giacomo della Marca, nel 1459 partecipò alla Dieta di Principi indetta a Mantova da papa Pio II e intervenne in varie sedi per difendere la santità delle reliquie del Preziosissimo Sangue conservate nei Sacri Vasi. Anche il beato Bernardino da Feltre visitò Mantova e favorì la fondazione di un Monte di Pietà, per combattere la piaga dell’usura che imperversava anche qui.
La casata dei Gonzaga governò la città virgiliana e favorì i frati fino ai primi anni del 1700 quando subentrò il potere austriaco. Nel 1782 Giuseppe II d’Austria soppresse il convento, ne incamerò i beni e le opere d’arte e adibì la chiesa ad arsenale militare.
Così San Francesco rimase una “polveriera” fino al 1942, quando i frati minori tornarono ad abitare il convento e riaprirono al culto la chiesa. Il 5 aprile 1945, tuttavia, l’esercito alleato, bombardando tutta la zona della stazione ferroviaria, danneggiò gravemente l’edificio: la facciata e la Cappella Gonzaga furono gli elementi architettonici a subire meno danni. Nel 1952 i frati, grazie all’aiuto e alla generosità di tutta la città, iniziarono a ricostruire San Francesco, restituendo a Mantova, nell’attuale maestosa e spoglia bellezza, un luogo tanto importante per tutti in cui Arte e Spiritualità da sempre convivono felicemente.
La fraternità si racconta
Dal 2019 il Convento di Mantova è stato scelto come Casa Formativa per i professi temporanei. La Fraternità ha come missione specifica la formazione dei professi temporanei. Tutti i professi solenni della comunità stabile sono coinvolti nel processo di accompagnamento che questa tappa formativa prevede. Le molteplici attività della vita comunitaria e pastorale vengono condivise tra tutti i frati.
Il tempo dedicato allo studio della teologia occupa un posto di particolare rilievo ed impegno nell’organizzazione della vita comunitaria. La fraternità è coinvolta in numerosi servizi sia a livello locale che diocesano. Di particolare rilievo risulta la collaborazione nella cappellania del carcere, nell’hospice dell’ospedale, in un centro di disabilità infantile, nella pastorale giovanile della diocesi, nell’insegnamento presso il Seminario e nel ministero della consolazione. I frati, inoltre, svolgono il servizio di cappellani di un monastero di clarisse e di un altro istituto religioso femminile e assistono alcune fraternità OFS. La collaborazione con la Caritas diocesana risulta intesa e si traduce in varie forme tra cui la distribuzione di pacchi alimentari ad alcune famiglie in difficoltà.